sabato 21 novembre 2015

Intervista a Roberto Jonghi Lavarini (Destra Sociale).

 
Intervista di DESTROVERSO a ROBERTO JONGHI LAVARINI (43 anni, presidente del movimento Destra per Milano, personaggio eclettico, consulente immobiliare, esperto di araldica e geopolitica, opinionista radiotelevisivo, candidato alle prossime elezioni comunali).
 
 
Jonghi, ora Destra Sociale, certo che seguire tutti i tuoi cambi di sigla….
Hai ragione ma quello che conta sono i contenuti e non il contenitore, ed io ho sempre le stesse idee, certo aggiornate ed approfondite, dopo anni di militanza e studio, ma, ripeto, ho mantenuto gli stessi valori di riferimento e la stessa visione del mondo. Per me, i partiti sono solo dei mezzi e degli strumenti per fare buona politica. Io ho militato nel Movimento Sociale, in AN e nella Fiamma Tricolore, poi, nell’oramai lontano 2000, con altri amici, ho fondato il comitato civico Destra per Milano, che oggi aderisce al movimento nazionale Destra Sociale. Tutto il resto sono state strategie, alleanze, esperimenti politici.
 
Va bene, spiegaci, allora, il vostro nuovo posizionamento strategico.
Noi rappresentiamo l’autentica destra (nazionale, popolare, sociale, identitaria) all’interno della coalizione di centro-destra, ed abbiamo deciso di partecipare al prossimo congresso ri-costituente di Fratelli d’Italia -Alleanza Nazionale, promosso da Giorgia Meloni e Marcello Veneziani. La destra italiana riunificata, rinnovata e riorganizzata, dovrà poi fare fronte comune con la Lega di Matteo Salvini, e ricreare, con Forza Italia e con tutti coloro che ci vorranno stare, una alleanza elettorale per sconfiggere il nulla-renzismo e creare una seria alternativa di governo. La Destra Sociale, quindi, lancia un nuovo appello unitario alla destra radicale, diffusa quanto divisa, perché unisca le proprie forze contro i nemici della nostra patria, a partire dai poteri forti ed occulti del mondialismo plutocratico.
 
Il terrorismo islamico è diventato una seria minaccia per tutta l’Europa….
Quello che avevamo previsto e denunciato si è, purtroppo, avverato. La nostra civiltà, bianca e cristiana, in questi anni, ha subito tre attacchi bene organizzati e pianificati: quello culturale relativista della massoneria giacobina che ha minato la nostra tradizione religiosa, la famiglia naturale e persino la nostra identità sessuale; quello monetario e finanziario della plutocrazia mondialista che ha pesantemente colpito l’economia reale e la giustizia sociale, e quello della nuova orda barbarica che ha riempito le nostre città di immigrati extraeuropei, in gran parte inassimilabili e pericolosi. L’Islam è assolutamente incompatibile con l’Europa, questo è un dato storico e sociologico inconfutabile, ma non cadiamo nel fatale errore di confondere il terrorismo con la religione: l’ISIS è solo una minoranza fanatica e violenta, composta solo da appartenenti alle sette wahabite e salafite, e da disadattati apostati europei.
 
Quindi cosa dovrebbero fare i governi europei per difenderci?
Si tratta di un problema globale che va inquadrato in diversi scenari geopolitici: la ripresa della guerra fredda fra gli USA (sempre più in mano ai poteri forti dell’alta finanza internazionale) e la Russia (tornata su posizioni imperiali ed ortodosse); la storica guerra civile, religiosa ma anche petrolifera, interna al mondo islamico (fra sunniti e sciiti, cappeggiati rispettivamente da Arabia Saudita e Iran), l’odio ideologico fra lo stato di Israele ed i regimi nazionalsocialisti arabi (come quelli caduti di Saddam in Iraq e di Mubarak in Egitto, e quello resistente di Assad in Siria) e il revanescismo ottomano della Turchia, in perenne conflitto con tutti gli stati confinanti e con le sue minoranze etniche, in particolare con i Curdi. Solo dopo avere capito bene questo scacchiere, ulteriormente complicato da divisioni etniche, tribali e politiche, da fortissimi interessi (economici, energetici ed idrogeologici) ed anche dal traffico di armi e droga; si può e si deve passare, dai bombardamenti alla pianificazione di un intervento militare internazionale per sradicare il sedicente Califfato che, ancora oggi, controlla 1/3 della Sira e dell’Iraq.
 
Ed in tutto questo complicato scenario internazionale, voi per chi "tifate"?
Naturalmente per l’alleanza di ferro fra la Russia di Putin, il regime di Assad e le forze libanesi (non solo le milizie mussulmane sciite di Hetzbollah ma anche i volontari falangisti cristiano-maroniti del generale Michel Aoun), che ha il sostegno della Persia e la benedizione di tutti i patriarchi cristiani orientali. Loro sono gli unici a combattere sul campo, a rischiare la vita, mentre l’occidente democratico è diventato imbelle e rammollito, teme la morte ed ha paura di combattere davvero. La guerra è certamente una brutta cosa ma spesso, come in questo caso, assolutamente necessaria. I nostri nuovi riferimenti internazionali, oltre alla solita Marine Le Pen ed al governo ungherese di Viktor Orban, sono ad est: vogliamo una Europa libera ed armata, fuori dalla NATO (diventata esercito coloniale americano), ed una nuova alleanza euroasiatica, che assicuri ai nostri popoli, autonomia energetica, benessere e sicurezza.
 
Per concludere, torniamo con i piedi per terra, a Milano in vista delle elezioni….
La Destra Sociale sarà sicuramente presente, vedremo in che forma, probabilmente, a sostegno della lista di Fratelli d’Italia - Alleanza Nazionale, ma bisogna vedere chi sono i candidati, e, sicuramente, serve un ricambio nominale e generazionale… Il centro-destra, dopo la grande manifestazione di Bologna, si sta ricompattando ed il probabile candidato sindaco, di questi giorni, il direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti, potrebbe andare bene ma: bisogna partire subito con la campagna elettorale, fare squadra, preparare il programma per la città, coinvolgendo la società ed il territorio. Noi insisteremo su tre punti chiave: maggiore sicurezza e tolleranza zero contro ogni forma di illegalità ed abusivismo, meno tasse e multe, preferenza nazionale (prima gli Italiani) per case popolari, asili nido, lavoro, servizi e assistenza.
 
(DESTROVERSO, blog politicamente scorretto, 20 novembre 2015)
 

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