giovedì 7 luglio 2016
Intervista a Roberto Sforni.
INTERVISTA all'avvocato ROBERTO SFORNI (Presidente del circolo DESTRA PER MILANO, nella foto insieme al neo consigliere di zona 8, Stefano Pavesi)
D – Risponda d’impulso Avvocato, sentimenti dopo la
sconfitta di Parisi a Milano?
R – Apro il giornale e lo richiudo quasi subito, ogni giorno
così.
D- Cosa vuol dire?
R – Milano invasa dai profughi, rom che occupano campi
giochi, moschea come priorità…tutte notizie che si leggevano prima delle
elezioni, solo che adesso le elezioni si sono svolte. Sembra un incubo,
capisce? Ora abbiamo la consapevolezza che questi problemi non avranno mai soluzione, al
contrario peggioreranno, questo è il dramma per Milano.
D – Perché è accaduto tutto questo?
R – Con un’astensione di tale portata, chi deve rincorrere
perde. Peccato Parisi era un buon candidato.
D- Non gli rimprovera nulla?
R- Sì un paio di sparate
contro la destra che gli hanno alienato un po’ di preferenze. E’ stato mal
consigliato, del resto non è un politico puro e l’ha dimostrato.
D- Solo quello?
R- In linea di massima sì, è riuscito a recuperare un gap notevole
su Sala, certo per l’area di destra non rappresentava il candidato ideale ma
bisogna essere obiettivi, Del Debbio ha detto no, Sallusti anche, Salvini idem
e quindi? Non dimentichiamo che a marzo non avevamo ancora il candidato.
D – E ora l’opposizione come dovrà essere?
R - Senza De Corato ? (ride) E’ dura…quelli della Lega sono
in gamba ma Riccardo ha saputo reggere su di sé per anni il peso di tutta
l’opposizione.
D- Quindi? Opposizione dura e pura o conciliante?
R- Dura non c’è dubbio, soprattutto su moschea e
immigrazione, i temi più caldi.
D- Perché attribuisce tanta importanza alla decisione sulla moschea?
R- Perché rappresenta il simbolo di un certo modo di fare
amministrazione: conciliante verso l’Islam, arrendevole, baci e abbracci al
Ramadan. Inconcepibile.
D- Perché?
R – Per il momento storico che stiamo vivendo! Ascolti, il
dialogo interreligioso anni fa ci poteva
anche stare, tra componenti moderate, ma non ora, come dico sempre, ogni nostro
passo avanti, li rafforza..
D- Intende l’Islam radicale?
R- Certo, che oggi sta avendo il sopravvento su quello
moderato. Però mi chiedo sempre a chi giovi tutto questo.
D- Cioè?
R- Il console americano a Milano che invita a cena arabi ed
ebrei per celebrare la fine del Ramadan… tutti insieme appassionatamente. Ognuno a casa sua altro che cene insieme…!!
Le stragi al Bataclan, in Bangladesh non insegnano niente?
D- Il centrodestra è finito?
R- Finito no, ma è come un puglie suonato. In particolare
Fratelli d’Italia deve rinnovarsi
assolutamente se non vuole scomparire, almeno a Milano.
D- Volti nuovi, giovani?
R- Attenzione, non è detto che uno sia bravo solo perché
giovane. Nell’area di destra ci sono vecchi leoni che avrebbero ancora molto da
dire e anche bravi giovani non c’è dubbio.
D- E’ possibile riprendere il discorso di un’unione tra le
varie anime della destra radicale?
R- No assolutamente, con le recenti elezioni le divisioni si
sono acuite, quindi discorso chiuso.
D- Mardegan?
R- Nessun dialogo con chi, in un modo o nell’altro, ha
contribuito alla vittoria di Sala! Rispetto per tutti, ma ovviamente le scelte
generano conseguenze.
D- Un nome su tutti, un leader all’orizzonte non c’è?
R – Mi ha impressionato molto favorevolmente in questa
campagna elettorale Stefano Pavesi, che ha fatto il pieno di voti con la Lega
Nord in zona 8. E’ il prototipo del nostro candidato ideale per rilanciare la
destra milanese, serio, preparato, determinato. La vera sorpresa di queste
elezioni.
D- Contestato ai suoi tempi da Parisi.
R- Se lo avesse conosciuto prima di parlare, si sarebbe risparmiato
quell’invettiva, per nulla produttiva.
D- Un ultima domanda, ma per caso sta strizzando l’occhio
alla Lega di Salvini?
R- Perché no? Borghezio e Bastoni sono tra i migliori
interlocutori del nostro mondo.
lunedì 4 luglio 2016
Iscriviti a:
Post (Atom)